Aurelio De Laurentiis è un fiume in piena. In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, il presidente del Napoli ha voluto dire la sua in merito a una serie di tematiche estremamente attuali: dal capitolo Superlega, specialmente dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea, alla questione legata al rinnovo della sua stella più brillante, Victor Osimhen. Non sono mancate le frecciatine all’ex tecnico Rudi Garcia.

Superlega svolta epocale

“La posizione dominante di Uefa e Fifa, che oggi l’Europa censura, è servita a elargire bonus in cambio di consenso. Chi ha governato fin qui da monopolista non ha compreso che il calcio è un’impresa e ha bisogno di fatturati crescenti. Se io investo centinaia di milioni per partecipare a un circo che distribuisce noccioline, non fa utili e mi costringe a giocare sempre di più per tenere in piedi un carrozzone improduttivo, il gioco non vale la candela. Nel 2021 il progetto non mi convinceva, lo dissi ad Andrea Agnelli. Mancava un avvicendamento di merito connesso al valore delle singole squadre.

Serie Elite

“Farei subito una Serie E dove E sta per élite. Sole squadre di città con un numero rilevante di tifosi. Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla serie D. Un Bari che ha un bacino di un milione duecentomila fan non può stare dove sta. Mentre in prima serie ti trovi città di ventimila abitanti che non fanno diecimila biglietti. Allora io dico: alle sette, otto squadre che egemonizzano la classifica, aggiungiamone altre sette che possono avere le stesse ambizioni. E chiudiamo a 14 posti nella serie d’élite. Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio. Nessuna retrocessione, come il basket in America. Che ha i palazzetti strapieni. Vai a vedere i Lakers e non riesci a trovare un biglietto. Poi chiediti quanto incassano. E qualcuno obietta che il senso agonistico verrebbe a mancare. Non è vero niente“.

L’esonero di Garcia

“Il giorno che l’ho presentato a Capodimonte mi sono reso conto che avevo sbagliato. Avrei dovuto fare un coup de Théatre e dire: ve l’ho presentato, però adesso se ne va. Perché uno che arriva e dice: ‘Io non conosco il Napoli, non ho mai visto una partita…’. Avrei dovuto capire. E invece l’ho preso a ridere. Il fatto è che l’ha ripetuto altre volte. Sarebbe bastato che praticasse lo stesso calcio di Spalletti. Invece ha preteso che mandassi via un preparatore perfetto (Sinatti, ndr), per chiamarne uno che… Me l’avevano detto: questo t’imballa i giocatori. Sono dovuto restare a Castel Volturno da mattina a sera”.

Il rinnovo di Osimhen e il futuro di Zielinski

“Zielinski ha detto che voleva rimanere a Napoli tutta la vita. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo che, essendo un polacco, del sole e del mare gli interessa fino a un certo punto. Forse è abituato maggiormente a certe nebbie. Osimhen? L’ho detto, lo ripeto: siamo in dirittura d’arrivo”.

Leonardo Talusi

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