Sono passati pochi giorni dal rientro in Italia di Filippo Turetta, il ragazzo accusato di aver rapito e ucciso la sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin. Questi è stato arrestato in Germania, nei pressi di Lipsia, la settimana scorsa. Il 21enne ha passato la sua prima notte nel carcere Montorio, a Verona, ma non in solitaria, come ha fatto sapere la direttrice dello stesso, dato che prima di passare all’isolamento dovrà essere interrogato davanti al gip nella giornata di martedì 28 novembre. Il suo legale ha fatto sapere di averlo trovato perso, disorientato e, soprattutto, ha richiesto di poter vedere i suoi genitori e di avere dei libri per riprendere a studiare (lui è studente di Ingegneria). Il tutto, però, potrà avvenire soltanto a seguito del confronto con il Giudice.

Che cosa rischia Turetta?

Filippo Turetta, in vista dell’interrogatorio di fronte al gip di martedì 28 novembre, previsto per le 10 di mattina, può percorrere tre strade. La prima è avvalersi della facoltà di non rispondere, la seconda è contestare le domande del giudice e la terza rilasciare solamente dichiarazioni spontanee. Al momento, le ipotesi sulla consistenza della pena da infliggere sono molto labili, dato che la magistratura non possiede ancora dei responsi fondamentali per le indagini, come gli accertamenti sull’autovettura del ragazzo e il risultato dell’autopsia. La Procura, inoltre, vorrebbe contestare le aggravanti della premeditazione, dell’occultamento di cadavere e della crudeltà, ma per farlo necessita di chiarire una serie di dinamiche. Una di queste è se l’indagato abbia, o meno, legato le mani della vittima con lo stesso nastro adesivo utilizzato per coprirle la bocca al fine di evitare la dispersione delle sue urla.

Gli elementi mancanti

All’appello, tra gli oggetti appartenenti a Giulia Cecchettin ritrovati nei pressi del canalone del lago di Barcis, mancherebbe il cellulare della 22enne, che risulta spento dalle 22:45 dell’11 novembre scorso. Vicino alla giovane, invece, è stato rinvenuto un solo mocassino di sua proprietà, fazzoletti sporchi di sangue e un rotolo di sacchi neri di plastica. Sicuramente, una volta che il Ris di Parma analizzerà da cima a fondo la Fiat Grande Punto di Turetta, spunteranno fuori nuovi elementi utili alle indagini. La macchina sopra citata è ancora ferma in un’autorimessa giudiziaria in Germania, pronta a essere riportata in Italia all’inizio della prossima settimana.

Leonardo Talusi

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